I Consigli del cibo: uno strumento di attuazione delle politiche alimentari urbane

© Max Guther

I Consigli del cibo sono istituti diffusi in tutto il mondo e rappresentano uno strumento attraverso il quale i governi locali dialogano con le diverse componenti della società in merito alle questioni che caratterizzano il sistema alimentare della città. L’analisi proposta da EStà individua le dieci dimensioni rilevanti per la strutturazione di un Consiglio del Cibo inquadrandole anche all’interno del contesto metropolitano milanese.

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L’obesità, una sfida per la politica alimentare della città di Milano

© AQ studio (Adam Quest), 2014

Nell’analizzare il sistema alimentare di una Città, vale la pena di dare ampio spazio alla dimensione della persona: alla sua salute, alla sua educazione e alle scelte alimentari, legate al recepimento dei messaggi comunicativi e delle culture. In questo ambito, il tema dell’obesità diventa centrale, sia per le sue implicazioni sul benessere delle persone sia per i costi sociali che genera.

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Le Dieci Questioni della Food Policy

© Jun Cen, Organizing kitchen utensils and gadgets

EStà ha schematizzato le diverse problematiche del sistema alimentare di una città nel modello delle Dieci Questioni; tali problematiche – correlate con gli aspetti della vita quotidiana dei cittadini, con le politiche messe in atto dai soggetti privati, con le iniziative del terzo settore e con le competenze e gli ambiti di intervento del governo locale – sono strettamente interdipendenti tra loro.

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Una striscia di terra nuova

© Noa Snir, ComfortZone

Una striscia di terra nuova

4 Luglio 2013

© Noa Snir, ComfortZone
© Noa Snir, ComfortZone
 

L’interesse per l’imprenditorialità sociale e l’impatto positivo che essa può avere sulla società attirano l’attenzione di giovani studenti delle scuole di economia, curiosità che le università assecondano creando programmi di social business applicati a problemi sociali globali.

L’Università di Cape Town propone agli studenti MBA un impegno sul campo per lavorare sui piani industriali, sulle strategie e sui modelli finanziari delle imprese sociali sudafricane.

Reel Gardening è una start-up che ha concepito nuovi prodotti agronomici, di facile utilizzo ed economici, che rendono più accessibile l’autoproduzione di cibo. Lanciata nel 2010, la società di Johannesburg produce strisce di carta biodegradabile contenente semi, sostanze nutrienti e fertilizzanti organici. Le bobine seminate, che sono vendute ad un dollaro al metro, possono essere piantate nel terreno o collocate in un giornale o in uno shopper con un po’ di terriccio in caso di mancanza di terreno coltivabile. Tutto ciò che serve è la luce del sole e la giusta quantità di acqua.

Reel Gardening

Le strisce di carta usano l’80 per cento di acqua in meno rispetto ai convenzionali mezzi di giardinaggio in quanto trattengono la maggior parte dell’acqua e sono indicati proprio in quelle zone di difficile irrigazione. Semplici istruzioni, comprensibili anche da chi non sa leggere, sono stampate sulla carta con inchiostri naturali. Ogni nastro ha un diverso colore: indica la profondità di semina, eliminando così la necessità di comprendere aspetti più tecnici come la rotazione delle colture. Le bobine contengono diverse selezioni di semi a seconda della stagione e alternano ortaggi biologici e piante con fiori specifici per attirare gli impollinatori o scoraggiare i parassiti. Composizioni di nastri possono essere utilizzate per attrezzare parcelle di 100 metri quadri, abbassando il rischio di non germinazione per cause naturali come vento o uccelli granivori.

Reel Gardening e l’università di Cape Town stanno lavorando a numerosi progetti comunitari nelle zone povere, dove vi sono carenza di acqua e bassi livelli di istruzione. Oltre a coltivare il proprio cibo, le comunità possono aumentare il proprio reddito con la vendita dei prodotti in eccesso.

Un fenomeno sociale associato alla diffusione delle bobine di semi è il rapido sviluppo di community gardens nelle township, gli ex distretti suburbani creati durante il periodo dalla segregazione razziale, a Cape Town e Johannesburg e di orti scolastici per invogliare le giovani generazioni ad occuparsi della sovranità alimentare in zone in cui l’acqua scarseggia.

Anche in Italia il terreno è fertile per l’innovazione sociale: le business school italiane hanno coinvolto i propri studenti sul tema dell’innovazione sociale concentrandosi sulle necessità di policy making, mentre l’iniziativa Social Innovation Agenda dell’ex ministro Profumo promuove l’innovazione sociale dal basso, quella che nasce tra i più giovani.