Terra Madre 2024: Un dialogo sulla relazione tra clima cibo e povertà
27 Settembre 2024
Alla fine dell’incontro, sarà offerto un piccolo aperitivo.
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In Europa, la crisi economica, gli alti tassi di disoccupazione, l’aumento della povertà assoluta e relativa e una recente crisi pandemica con un impatto devastante sulla salute umana e sulla sicurezza sociale hanno portato a un aumento del numero di persone che non sono in grado di accedere a cibo quantitativamente e qualitativamente sufficiente per le loro esigenze nutrizionali e preferenze alimentari (Eurostat, 2020). Nel 2019 un cittadino su cinque in Europa era a rischio di povertà ed esclusione sociale, con il 6,8% della popolazione europea (quasi 27 milioni di persone) che non poteva permettersi un pasto a base di carne, pesce o l’equivalente vegetariano, ogni due giorni. Nel 2022, la crisi economica in atto e le conseguenze sociali del covid19 si sono fatte sentire: 95,3 milioni di persone nell’UE erano a rischio di povertà o esclusione sociale, pari al 21,6% della popolazione totale. Le donne, i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 24 anni, le persone con un basso livello di istruzione e i disoccupati avevano in media maggiori probabilità di essere a rischio di povertà o esclusione sociale rispetto ad altri gruppi. Nel 2022, l’8,3% della popolazione dell’UE non poteva permettersi un pasto a base di carne, pesce o un equivalente vegetariano ogni due giorni.
La complessità della povertà alimentare risiede nella sua concatenazione con altre povertà: un approccio che consideri l’assistenza agli individui in modo olistico e sistemico può aiutare a raggiungere una maggiore sostenibilità nelle politiche contro la povertà alimentare. Secondo la FAO, la povertà alimentare si compone di quattro dimensioni fondamentali: 1. la disponibilità fisica di cibo: determinata dai livelli di produzione e commercio alimentare; 2. l’accesso fisico ed economico al cibo: determinato dai livelli di reddito e dall’andamento dei prezzi di mercato, ma anche dalla vicinanza geografica a cibo fresco e di qualità; 3. l’utilizzo: inerente alla qualità e all’adeguatezza nutrizionale del cibo consumato per una dieta sana e ad altri fattori non alimentari come i servizi igienico-sanitari, l’acqua, eccetera; 4. la stabilità: relativa alla necessaria continuità dell’accesso fisico e materiale a un’alimentazione adeguata che può essere resa discontinua a causa di fattori politici, economici e/o ambientali. Ognuna di queste dimensioni influenza ed è influenzata da diversi fattori presenti all’interno del sistema alimentare, ma anche dalla concatenazione con tanti altri fattori che hanno un impatto sulla vita quotidiana: salute, condizioni abitative, lavoro e relazioni umane. Ad esempio, è noto che le difficoltà economiche non solo portano a ridurre il numero di pasti consumati quotidianamente, ma anche la qualità dei pasti, con un evidente impatto sulla salute. Solo guardando alla povertà alimentare come a una delle componenti di un sistema più ampio di vulnerabilità sarà possibile comprendere la complessità del problema e trovare soluzioni coerenti. In questo senso, il cibo è un punto di accesso per le altre vulnerabilità che portano gli individui a trovarsi in contesti di marginalità di vario tipo.