Map4Mi: alla scoperta dell’attivismo geosociale

Map4Mi: alla scoperta dell’attivismo geosociale

26 Febbraio 2019

 

EStá,  Humanitarian OpenStreetMap Team – HOT e Cascina Cuccagna, in occasione della Milano Digital Week 2019, organizzano una giornata dedicata alla scoperta dell’attivismo geosociale.

Doppio appuntamento per giovedì 14 Marzo:

    • dalle 10.30 alle 17.30
    • MAP4MI ZONA 4, un esercizio pratico di mappatura focalizzato sulle percezioni della comunitá di zona 4 sugli spazi fisici presenti in Corso Lodi, comparando le zone piú centrali con quelle piú periferiche.
    •  
  • dalle 17.30 alle 19.30
  • CONFERENZA con la restituzione live della mappatura svolta al mattino, la presentazione del lavoro sul campo svolto da Giulia, Alessandro e Barbara in altri paesi, la presentazione degli strumenti tecnologici disponibili, le implicazioni etiche di questo nuovo tipo di attivismo.

Per iscriverti all’evento usa questo link!

 

 

HOT, team internazionale dedicato alle azioni umanitarie e sviluppo comunitario, illustrerà l’attività svolta in questi anni: un processo partecipativo di raccolta dati georeferenziati. HOT propone l’utilizzo di dati aperti e mappe come uno strumento per facilitare processi di conoscenza del territorio, prevenzione dei rischi naturali, pianificazione urbana, risposta alle emergenze, etc. Grazie a strumenti digitali innovativi è possibile applicare gli stessi concetti ovunque ed anche a Milano favorendo l’inclusione sociale e la partecipazione pubblica nella progettazione di azioni, iniziative e politiche.

Giulia, Alessandro e Barbara illustreranno l’utilizzo di Open Data Kit Collect (ODK), applicazione open source e gratuita, per la creazione, gestione e visualizzazione di dati georeferenziati. Attraverso ODK si possono raccogliere informazioni georeferenziate per censimenti sulla cittá e la popolazione, censimenti sui servizi, e la loro accessibiltá, indagini campionarie sulle percezioni della comunitá, progetti di ricerca sulla mobilitá, e sugli spazi di aggregazione, indagini di mercato e censimenti economici. ODK é uno strumento a costo zero, che richiede, per il suo utilizzo sul campo, una breve formazione, dipendendo dalla alfabetizzazione digitale dei soggetti a cui si rivolge.

 

 

Crediamo che attraverso la trasposizione dei dati raccolti su mappe si possa favorire una visualizzazione comprensiva e trasversale delle sfaccettature della cittá, e delle differenze tra centro e periferia. Per questo motivo abbiamo scelto la prima parte di Corso Lodi come il punto focale dell’esercizio di mappatura, essendo in zona 4 una delle vie che unisce il centro con la periferia.

Durante la conferenza illustreremo l’output dell’esercizio di mappatura prodotto in collaborazione con PoliMappers. Connetteremo le percezioni della comunitá con l’utilizzo degli spazi pubblici nella zona 4 della cittá di Milano.

La conclusione dell’evento prevederá la condivisione delle esperienze dei mappatori ed una riflessione sulla giornata e sul potere degli strumenti digitali per la ricerca, l’azione civile ed il supporto alle politiche.

L’evento è organizzato con il supporto di Exponiamoci ed Assifero.

Nei sistemi complessi, i confini contano

Nei sistemi complessi, i confini contano

25 Ottobre 2016

 

Il fiume Whanganui, che con i suoi 290 chilometri è il terzo per lunghezza della Nuova Zelanda, scorre in parte nell’omonimo Parco Nazionale conosciuto per essere l’habitat del kiwi bruno (Apteryx mantelli) e dell’anatra blu (Hymenolaimus malacorhynchos). L’unicità del suo ecosistema non è l’unico motivo per cui verrà ricordato. Nel 2012 il fiume si è reso protagonista di una rivoluzione legale, un accordo tra la comunità locale e il governo centrale, che lo ha dotato di uno status giuridico. Nel tempo, anche altre foreste e riserve della North Island hanno perseguito questa strada, come il Parco Nazionale Te Urewera. Il gruppo Maori che abita queste terre ha stretto un accordo con il governo neozelandese, il Te Urewera Act del 2014, per garantire a questa fetta di terra l’entità legale che le attribuisce tutti i diritti, poteri, doveri e responsibilità di una persona giuridica. Il sistema “Parco Nazionale Te Urewera” e il sistema “fiume Whanganui” si sono evoluti.

Contribuiscono ad essere parte degli elementi del sistema Te Urewera la biodiversità, il prezioso sistema ecologico indigeno, il patrimonio storico e culturale, i luoghi della riflessione spirituale, il rapporto sedimentato con i Tūhoe che lo abitano. Dal 2014 anche un inedito status legale. Questi elementi sono accomunati dall’essere loro stessi dei sistemi. Accettando la definizione contenuta in Thinking in System. A Primer di Donella Meadows, osservano tre caratteristiche: resilienza, auto-organizzazione e gerarchia. Questo basterebbe a spiegare il perché un sistema funziona o fallisce, ma la realtà dei sistemi dinamici dimostra che la dimensione influenza lo scopo per cui un sistema è stato ridotto ad un modello.

Per progettare questo Parco Nazionale sono stati introdotti dei confini fisici. Quando dobbiamo fotografare un sistema, è sempre necessario inventare dei confini. Nel caso del parco possono essere artificiali, naturali o politici; non corrispondono a delle vere e proprie discontinuità fisiche o in qualche modo oggettive. I confini di questo e di tutti gli altri Parchi Naturali (nodi di un sistema più ampio), sono attraversati da popoli, dagli animali selvatici che migrano, dalle acque che scorrono in entrata e in uscita e nel sottosuolo, dagli effetti dallo sviluppo economico ai margini del parco, dal cambiamento climatico prodotto dai gas serra nell’atmosfera. Non esistono sistemi separati, in quanto la Terra, che appartiene anch’essa ad un sistema, è un continuum.

Il fiume Whanganui attraversa l’area protetta del relativo Parco Nazionale solo per una piccola parte dei 290 chilometri per cui si snoda nella North Island. Il confine del pensare ad azioni dirette su questo fiume, ad esempio relative al monitoraggio della qualità dell’acqua, si allarga all’intera asta fluviale e non alla sola parte tutelata, comprendendo anche il suolo che lo circonda e il suo bacino idrografico, ma non lo spartiacque successivo e l’intero ciclo idrogeologico planetario. Allo stesso modo per gestire un parco è necessario pensare a confini più ampi del perimetro ufficiale disegnato sulle mappe, senza arrivare però a considerare l’intero pianeta.

Confini geografici, ma soprattutto confini nei modelli di rappresentazione della realtà. Il Te Urewera, visto la rinuncia del Governo alla sua formale proprietà, è un lembo di terra che agli occhi della legge vale quanto un Tūhoe che lo abita. Il sistema si è trasformato, in quanto il mondo naturale ha acquistato nuove interconnessioni, perdendone altre, allargando e re-stringendo confini.

Da qui l’importanza e la difficoltà nel collocare i confini di un sistema, affinché si inneschino all’occasione le modifiche al suo comportamento, ovvero una variazione controllabile dei flussi di informazione tra le interconnessioni (utilizzando il linguaggio del Sustainability Institute).

Cartografia digitale e urban heritage: il progetto Milano Web-HGIS

La Milano del futuro deve guardare al passato per crescere in identità, attrattività e internazionalità. Tradizionalmente poco attenta al proprio passato, sempre proiettata al futuro, la città è invece ricca di storia e storie, che, se dissepolte e messe in relazione con l’attuale morfologia utilizzando tecnologie digitali georeferenziate e forme comunicative innovative, possono generare nuove forme di valore.

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